100M per nuovi dissalatori Sicilia e ripristino degli esistenti

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La Sicilia sta affrontando una crescente emergenza idrica, aggravata dai cambiamenti climatici e da infrastrutture obsolete. La siccità ha messo in luce la necessità di intervenire rapidamente per garantire un approvvigionamento idrico adeguato alla popolazione e all’agricoltura dell’isola. Tra le soluzioni più discusse vi è l’installazione e il ripristino dei dissalatori, impianti che trasformano l’acqua salata in acqua potabile, un passo fondamentale per far fronte alla scarsità idrica.

Nuovi dissalatori: un progetto da 100 milioni di euro

Il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, ha sottolineato l’urgenza di realizzare questi dissalatori entro l’estate del 2025. Durante un incontro con i principali attori del governo nazionale e della regione, è stato deciso di affidare al commissario straordinario per l’emergenza idrica, Nicola Dell’Acqua, il compito di accelerare il processo, con pieni poteri per ridurre i tempi di costruzione.

Con un investimento totale di 100 milioni di euro, di cui 90 milioni provenienti dall’Accordo di coesione e 10 milioni di fondi regionali, si prevede di installare nuovi dissalatori e riattivare quelli esistenti.

Al momento non sono state rese note le previsioni progettuali sulle nuove infrastrutture, la loro ubicazione e le caratteristiche tecniche. Dobbiamo dedurre che in tal senso saranno avviati a breve gli iter operativi per la definizione dei progetti esecutivi. Staremo a vedere.

Il dissalatore temporaneo per la provincia di Agrigento

Uno dei principali problemi è il ripristino dei dissalatori già esistenti. Come affermato dal presidente Schifani, ci sono impianti a Porto Empedocle, Trapani e Gela che sono stati abbandonati per oltre 14 anni a causa di elevati costi di gestione. Questi impianti necessitano di interventi urgenti per tornare operativi e per contribuire a risolvere l’emergenza idrica.

Un passo importante in questo contesto è la costruzione di un dissalatore temporaneo a Porto Empedocle, che consentirà di fornire acqua potabile già nel breve termine, mentre i lavori per i nuovi impianti proseguono. In questo modo, la regione potrà rispondere all’emergenza immediata senza compromettere gli obiettivi futuri.

Accanto ai nuovi dissalatori, è cruciale anche il miglioramento della rete idrica siciliana, in molte aree ormai obsoleta. Un esempio è la rete idrica di Agrigento, per la quale è già stato firmato un contratto di ripristino. L’obiettivo è garantire che l’acqua prodotta dai dissalatori possa essere distribuita efficacemente a tutta la popolazione.

Anche qui, cercheremo di capire quali sono tempi e modalità di intervento operative.

Ok i dissalatori, ma quanto perde la rete idrica?

Il dissalatore è un intervento infrastrutturale che può tamponare l’emergenza pescando l’acqua dal mare. Ma cosa succede dopo che l’acqua viene immessa nelle condutture del territorio?

La Sicilia, ma ancora più l’intera nazione, soffre la grande piaga di una rete idrica colabrodo che disperde ingenti quantità di acqua provenienti dagli invasi di raccolta. L’ISTAT ha reso pubblici i dati di questo enorme spreco relativi al 2022, con statistiche puntuali per ogni città d’Italia: a Potenza la maglia nera, Como la città più virtuosa. In mezzo tutte le altre città, che sono ricercabili e consultabili in questo articolo sulle perdite idriche.

Questo pone una riflessione: quanto sono utili gli investimenti sui dissalatori se non si interviene parallelamente sull’efficientamento della rete idrica che, in alcuni cani, disperde oltre la metà dei volumi di acqua trasportati?

Come funziona un dissalatore di acqua marina?

Un dissalatore di acqua marina funziona mediante processi di separazione del sale dall’acqua, rendendola potabile. Esistono due tecnologie principali per la desalinizzazione: la distillazione termica e l’osmosi inversa.

Nel primo caso, l’acqua marina viene riscaldata fino a farla evaporare, separando il sale, per poi condensarla in forma di acqua dolce. Nell’osmosi inversa, invece, l’acqua salata viene forzata attraverso membrane semi-permeabili che bloccano le molecole di sale, permettendo il passaggio solo delle molecole d’acqua.

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3 Thoughts to “100M per nuovi dissalatori Sicilia e ripristino degli esistenti”

  1. punteruolorosso

    nel ripristinare i dissalatori, modificheranno qualcosa in modo che non siano più così costosi?

  2. Antonino

    Da oltre 50 anni sento sempre lo stesso discorso —siccità in Sicilia— e le stesse chiacchiere politiche. Il dissalatore di Gela era dell’ENI e forniva acqua “gratis” a tanti centri urbani sud orientali della Sicilia. Venne abbandonato ” non per costi di gestione” elevati ma perchè l’ENI è stato perseguitato dagli mabientalisti fino alla chiusura di quasi tutti gli impianti. E la Ragione, la Provincia, la città —se ne sono fr***ti— di assumerne gli oneri. Soldi per sport, concerti, sagre, feste. pride, ciclabili … ma nuove condutture NO. Eppure acqua=vita! Inoltre quante dighe sono inattivate da anni, costruite ma abbandonate? Girate un pò e vedrete. E quelle esistenti riempite al 60% per “sicurezza” e l’acqua piovana quando diluvia scaricata a mare? Me la finiscana. governi di SX e di DX ma la musica è sempre la stessa.

  3. franco Lassandro

    invece del ponte sullo stretto si intervenga sulle infrastrutture x acqua strade ferroie e viabilit con lavori immediati masicci e urgenti

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